sabato 13 aprile 2013

L’accusa di Chomsky: la Germania impone la schiavitù economica in Grecia



"Ovunque, dalla cultura popolare ai sistemi propagandistici c'è una pressione costante per far sentire le persone impotenti e inculcare loro che l'unico ruolo che possono avere è quello di ratificare le decisioni e consumare".

In un discorso a Dublino, come riporta il quotidiano To Bhma, Noam Chomsky si è scagliato contro le misure imposte dalla Troika e ha osservato che “l’obiettivo finale delle richieste tedesche ad Atene, come parte della gestione del debito, è quello di strappare le risorse della Grecia”.
L’accusa dell'intellettuale americano è chiara: la Banca Centrale Europea ed il governo EU stanno provocando la distruzione della coesione sociale con l’imposizione di misure che gravano sulle fasce deboli. Già nel novembre 2012, Chomsky aveva individuato diverse opzioni per la risoluzione della crisi greca: pagare i debiti attuando un piano di austerity, rifiutarsi di sottostare ai dettami del Fondo Monetario come in Argentina o uscire dall’Eurozona svalutando la propria moneta. La scelta di seguire le misure imposte della Troika, nonostante le dimostrazioni anti-austerity e il peggioramento delle condizioni di vita dei greci, oltre a comportare una destabilizzazione del tessuto sociale, spiegherebbe i sentimenti anti-tedeschi della parte meridionale dell’Europa. Italia, Spagna, Portogallo e Grecia dovrebbero – secondo il teorico – opporsi alla distruzione sociale e finanziaria e all’imposizione attraverso un fronte comune delle periferie che scongiuri le condizioni di vera e propria “schiavitù economica” che si prospettano in parte dell'Europa, condizioni da accettare in nome di un organismo sovranazionale che si dimostra costantemente interessato a soddisfare i bisogni delle banche private che non dei cittadini europei.

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