martedì 9 aprile 2013

La catastrofe ambientale in Iraq e il silenzio imposto dal Pentagono. Peggio di Hirosima, tra uranio, fosforo e bombe a grappolo




Una donna seduta in un reparto di un ospedale a Baghdad. Era il 23 aprile 2003, tra le braccia una bambina malata di gastroenterite, un’epidemia causata dalla contaminazione dell’acqua e dal deperimento degli alimenti a causa della mancanza di elettricità. L’invasione dell’Iraq, oltre a un milione di vittime, porta con sé un'ecatombe ambientale che durerà centinaia di anni e la riduzione della qualità e dell’aspettativa di vita dei cittadini a 30 anni. In un’intervista al canale Rusiya Al-Yaum, il cardiologo iracheno, Dr. Omar al-Kubaisi, accusa le truppe americane di aver contaminato il suolo testando diversi tipi di armi, anche quelle vietate da Ginevra, dalle bombe a grappolo al fosforo bianco, passando per le munizioni all’uranio impoverito fino a sostanze e gas tossici.

La contaminazione di acqua e clima avrà ripercussioni sull’intero ecosistema, peggiori di quelle di Hiroshima. Omar al-Kubaisi fa riferimento agli studi scientifici condotti non solo dai medici iracheni ma da Human Rights Watch e dall’organizzazione mondiale della sanità; in tutti sono accertati i livelli di radiazione che interessano l’Iraq meridionale, centrale e molte aree settentrionali. Da qui il crescente numero di malformazioni congenite, aborti spontanei e casi di cancro, con un aumento dei casi di leucemia del 30%.

Il governo iracheno proibisce, allo stato attuale, la pubblicazione e divulgazione di opere e articoli sull’argomento, divieto avviato dall’amministrazione americana e dal Pentagono. Uno studio pubblicato da Usa Today sui militari coinvolti nel conflitto iracheno, mostra che soldati della Marina statunitense hanno presentato tracce di uranio nei polmoni. Tracce rinvenute anche sulla superficie dei mezzi militari lasciati in prossimità delle zone abitate. Secondo Kubaisi, le armi chimiche e i materiali radioattivi avranno un effetto cumulativo di centinaia di nani, provocando malattie ereditarie. Tra i 30 e i 60 miliardi di dollari il prezzo stimato per la bonifica che comprende il monitoraggio di aria e suolo e il trattamento del terreno per seppellire gli strati contaminati in profondità o spostarli in discariche speciali lontane dalle zone popolate.
Non basterebbe un processo per crimini contro l’umanità. Storia dell’ennesimo genocidio in nome delle guerre umanitarie.

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