domenica 30 ottobre 2022

siano benedette

Siano benedette le donne che salvano le altre donne,
che ascoltano il richiamo della terra,
che sentono profondamente e condividono
il centro della vita dentro al cuore.
Siano benedette le donne che accolgono gli uomini,
nel ventre della loro anima
nel luogo dove si pianta un seme
e la vita si ricongiunge al tutto
un attimo che sfugge a ogni dolore.
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nostalgie

Ho le mie nostalgie, ma non le lascio contare e capire agli altri. Perché le nostalgie sono per pochi, appartengono a chi sente forte il richiamo di un'utopia lontana.

Olga Tamburini 

Latina

La mia città, in ogni momento dell'anno si snoda anche lungo il mare. Oggi Circe è nascosta, il cielo di ottobre sta per finire, regala scorci di infinito. La gente passeggia, qualcuno fa il bagno. Mi manca sempre, mi dicono difficile possa mancare, rispondo perché non l'avete mai persa o sentita come la sento io. 

Olga Tamburini




solitudine

La solitudine sana e consapevole non è imbrattata, è pura. Ti permette di improvvisare i giorni senza avere mai la sensazione che siano vacui, perché ogni attimo è il ritorno a se stessi e al legame con la vita.

Olga Tamburini 

non ti riconosco

Non ti riconosco, perché non ci siamo mai realmente incontrati dove vige l'unica legge dell'autenticità. Forse ti ho incrociato a piccoli sorsi, negli occhi, ma era un calice vuoto e io attingevo alle mie sorgenti interiori, pensando fossero almeno un po' piene di te.

Olga Tamburini 

venerdì 28 ottobre 2022

al caso

Non ho lasciato al caso neppure una parola, di questi giorni persi in un inventario di silenzi smessi. Era per dirti, dentro una poesia, che tu rimani anche se vai via.

giovedì 27 ottobre 2022

Dovrebbe

 Dovrebbe essere così, tra me e te, semplice come quando guardo il mare, non lambiccato ma lambito, mai sfiorito ma sfiorato, e ogni volta sembra la prima e ogni volta mi innamoro di più.


Olga Tamburini

Naufragio

 Non posso più contare 

solitudini distratte

le affido a una parola

poterti naufragare. 


Olga Tamburini

Soffro

 Soffro di sindrome dello spostamento. Di mattina apro gli occhi e ci metto del tempo per capire la stanza che accoglie i miei desideri, giocati al sicuro, senza barare, tra il pensiero di un figlio lontano e la cura di tutti i figli del mondo che vedo partire e arrivare. 

Soffro di sindrome dello spostamento. Ma è un gioco di linee e di luci, di curve e di specchi. Non posso non dirti in questo incrociarsi di mente e di cuore, di lucidità e ragione, che il mio sorriso sei tu.


Olga Tamburini

c'è

C'è un momento preciso in cui ci salviamo, a volte sono attimi o una manciata di parole. È il momento in cui si disvela la realtà nuda e cruda dell'evento o della persona e riusciamo a ricollocare nel giusto piano l'essenza del chi o del cosa.
È un momento spesso misero, ma è catartico come tutte le verità. Ci fa capire che le percezioni e spesso le suggestioni legate alle situazioni e agli esseri umani non sono reali, ma nascono dalla costruzione ambigua di ciò che si mostra e di ciò che si idealizza.

Olga Tamburini 

a volte

A volte pensiamo al futuro proiettando le nostre paure, ma le paure stesse non esistono e lasciano il posto alla realtà.
Oggi, nel magma di emozioni che raccolgo e ancora raccolgo quasi annegando, ho abbracciato tanto le mie ragazze, adolescenti stupende e spesso poco spensierate.
Sempre oggi, un padre che non ha più sua moglie, mi ha detto: "Si capisce il valore di una donna quando la perdi".
Ed è la lezione più grande agli esseri umani ambigui. Le ascolto tutte queste voci, qualcuno pensa che sia io a dare, ma in realtà mi salvano.

Olga Tamburini 

centro

Quando hai un centro, puoi decidere se aprire o chiudere un cerchio.

Olga Tamburini 

mercoledì 26 ottobre 2022

malinconia dissipata

Questa è la storia di una malinconia dissipata, iniziata di notte, quando le ombre si allungano e penetrano ovunque, tra le ossa e i pensieri distesi, due occhi nel buio, silenzio di sé. La nebbia al mattino, eclissi nel cielo, si ostacola il mondo tra sguardi e sentieri. Un uomo si volta e non tende la mano, poi solo un riquadro un po’ spento di semi, finestra appannata come i pensieri.
Questa è la storia dei vostri occhi smarriti. Vi ho accolti in questo riquadro un po’ spento. Vi ho detto la mamma è volata nel cielo ma c’è, è in voi ogni volta che fate un po’ squadra e vi amate, la fate rivivere dentro uno sguardo, un sorriso, il bisogno di un ciao, ti aiuto, ti sento, ti ascolto, ti vivo.
Questa è la storia di una mancanza che galleggia e aleggia, senza perdono. Vi posso abbracciare? Vi dico. Ma sì e si scioglie un silenzio. Mio figlio è lontano, ma ho un po’ tutti voi da amare e curare. Saluti profondi, sentiti. Commossa rimango a guardare il mio scorcio di cielo adesso assolato. Gli eventi che vanno, incapaci di farsi annotare, un unico piano divino o terreno, il senso dei sensi appeso a una voce, a degli occhi, a dei sogni spezzati. La consolazione della disperazione ha spesso parole scontate, ma non il cuore che si apre e si dilata, malinconia dissipata di un se.
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non devo

Non devo perdonarti
né perdonare chi mi vuole peggiore.
Devo perdonare me stessa e chi non sono
quando permetto a qualcuno
di farmi del male
quando ho permesso a me
di credere
che tu fossi migliore.

Olga Tamburini 

catarsi

C'è un momento preciso in cui ci salviamo, a volte sono attimi o una manciata di parole. È il momento in cui si disvela la realtà nuda e cruda dell'evento o della persona e riusciamo a ricollocare nel giusto piano l'essenza del chi o del cosa.
È un momento spesso misero, ma è catartico come tutte le verità. Ci fa capire che le percezioni e spesso le suggestioni legate alle situazioni e agli esseri umani non sono reali, ma nascono dalla costruzione ambigua di ciò che si mostra e di ciò che si idealizza.

Olga Tamburini 

martedì 25 ottobre 2022

perdonare

Perdonare noi stessi per le volte in cui ci siamo fidati delle persone è un atto che richiede un grande sacrificio. Comincia dal dover riconoscere che ci siamo sbagliati ad aprire le porte dell'intimità, la parte sacra che riserviamo alle profondità della vita. Ha a che fare sempre con la lealtà, ma soprattutto con il muro interiore che dobbiamo essere capaci di destrutturare.
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sfide

 La grande sfida è non diventare mai il male che ci è stato fatto.


Art Christian Schloe



non conosco

Non conosco il senso degli eventi, davanti ad un segno sbiadito di un sogno lontano, ma conosco te che mi salvi ogni volta. E mi ricordi un angolo, il cielo, la primavera stonata di ricordi, carica di sorrisi, dei giorni in cui per caso ti incrocio e si quieta la somma, si alza la posta, si volta la strada a parlarmi di te.

Olga Tamburini 

questa è la storia

Questa è la storia di una malinconia dissipata, iniziata di notte, quando le ombre si allungano e penetrano ovunque, tra le ossa e i pensieri distesi, due occhi nel buio, silenzio di sé. La nebbia al mattino, eclissi nel cielo, si ostacola il mondo tra sguardi e sentieri. Un uomo si volta e non tende la mano, poi solo un riquadro un po’ spento di semi, finestra appannata come i pensieri.
Questa è la storia dei vostri occhi smarriti. Vi ho accolti in questo riquadro un po’ spento. Vi ho detto la mamma è volata nel cielo ma c’è, è in voi ogni volta che fate un po’ squadra e vi amate, la fate rivivere dentro uno sguardo, un sorriso, il bisogno di un ciao, ti aiuto, ti sento, ti ascolto, ti vivo.
Questa è la storia di una mancanza che galleggia e aleggia, senza perdono. Vi posso abbracciare? Vi dico. Ma sì e si scioglie un silenzio. Mio figlio è lontano, ma ho un po’ tutti voi da amare e curare. Saluti profondi, sentiti. Commossa rimango a guardare il mio scorcio di cielo adesso assolato. Gli eventi che vanno, incapaci di farsi annotare, un unico piano divino o terreno, il senso dei sensi appeso a una voce, a degli occhi, a dei sogni spezzati. La consolazione della disperazione ha spesso parole scontate, ma non il cuore che si apre e si dilata, malinconia dissipata di un se.

Olga Tamburini 

domenica 16 ottobre 2022

so

So pensar-ci
senza esserti
e non è mai
irrisolta nostalgia.

Olga Tamburini 

ciò che rende

Ciò che rende sereni e fa star bene al mondo è in realtà un lungo esercizio di consapevolezza. Richiede sacrificio, scelta, passione e soprattutto cura.

Olga Tamburini 

martedì 11 ottobre 2022

Io

La notte dipinge respiri,

io mi sento di te.


Olga Tamburini


Art Liana D'Abreu




Autunno

L'autunno si scopre e ricopre di te nel mio cuore.

Olga Tamburini

Art Henry Matisse









domenica 9 ottobre 2022

essere così

Dovrebbe essere così, tra me e te, semplice come quando guardo il mare, non lambiccato ma lambito, mai sfiorito ma sfiorato, e ogni volta sembra la prima e ogni volta mi innamoro di più.


Art Kamila Gruszecka


venerdì 7 ottobre 2022

tutto ciò

Tutto ciò che sentiamo profondamente parte dalle radici della nostra anima e si staglia nel cielo dell'universo, in un caleidoscopio di dare e avere, andare e tornare, vivere e ri-vivere oltre i confini dell'io e oltre ciò che appare come un limite ai nostri pensieri.

averti

Averti
come questo cielo
adagiato su fili sottili
di lana
e la luna
adombrata
sospetta già un'alba
lontana di te.

Olga Tamburini 

Art Xi Pan