martedì 23 marzo 2021

dove sei stato, dove non eri

 E ci siamo lasciati trasportare da questa insolita malinconia di giorni sfocati, io cercavo di salire le tue ombre come un gatto attorcigliato in ragionevoli acrobazie, tu di scendere lungo i miei fianchi assolto da un peccato che sapeva di presenze ricucite addosso a un abito da sera. È festa, stanno scendendo già i cavalli lungo la spiaggia. Lontani i falò contornano solitudine e tu, stampato come un’orma nel deserto di tutte le inquietudini di mille vite, ti abbassi a cercarmi. Io sono già onda in onda. Ti osservo e i miei occhi sbiadiscono i domani di nuove colazioni a letto, sbrindellate tra caffè troppo amari e imprecise briciole di tenerezza. Un boccone salato, come l’acqua che raccoglie il corpo, prospettiva di un palcoscenico di disarmate solitudini. Riesci a contarle? Sono mille, sono troppe, contiamo a quattro mani con la fantasia di un bambino dagli occhi assonnati o il rantolo della metro che ci ha portati lontani. Ancora solitudini. Ti portano dove sei stato, mi portano dove non eri.


Art Nigel Van Wieck



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