lunedì 25 marzo 2013

La campagna di alfabetizzazione in Venezuela è riconosciuta dall’UNESCO. Ma nessuno ve lo dirà




Nel 2011 il Venezuela ha destinato il 10% delle risorse nazionali all’istruzione, permettendo l’accesso gratuito dei venezuelani al sistema pubblico e raggiungendo un indice di alfabetizzazione pari all’80% della popolazione. I dati, per rassicurare gli scettici, non vengono da statistiche di “regime” – come si ama definire nell’Occidente l’esperienza bolivariana – ma dall’UNESCO. In un rapporto pubblicato nel 2010 sull’educazione e la lotta all’analfabetismo, l’organizzazione mondiale ha riconosciuto pienamente la campagna di alfabetizzazione portata avanti attraverso numerose iniziative organizzate dal governo, con risultati sorprendenti. Una sfida vinta attraverso una capillare organizzazione sul territorio di scuole e “missioni”.
La relazione dell’Unesco, relativa al periodo compreso tra il 2000 e il 2010, sottolinea un notevole incremento sia dei bambini iscritti a scuola che dell’indice di sviluppo EDI che tende a misurare i progressi relativamente all’accesso, all’uguaglianza e alla qualità dell’insegnamento in base all’istruzione primaria universale, all’alfabetizzazione degli adulti e al tasso di abbandono scolastico. L’indice EDI è aumentato in pochi anni del 5,1%, permettendo al Venezuela di classificarsi 59esima su 128 paesi (primi Giappone e Norvegia, seconda Cuba, ultima la Nigeria, mentre gli Stati Uniti risultano esclusi dalla lista). Sempre secondo il rapporto UNESCO, Il Venezuela ha il secondo più alto tasso di America latina di registrazione nell’istruzione superiore: 83 per cento, indice che avvicina il Paese a realtà come la Finlandia (92 per cento).
In questi giorni nell’ambito progetto Canaima, che prevede l’alfabetizzazione tecnologica attraverso una maggiore diffusione di portatili ai bambini delle elementari, sono stati distribuiti altri computer con contenuti educativi in software libero GNU / Linux. Numero che si aggiunge ai 2.315.719 forniti, di cui 220.939 assemblati in Venezuela Il progetto educativo Canaima ha raggiunto bambini di tutte le parti del paese ed è stato implementato dal 2009 al fine di promuovere la formazione cultura e sociale, nonché di rafforzare il sistema educativo. Con una novità importante. Il Ministero dell'istruzione genera tutti i contenuti pedagogici attraverso un monitoraggio delle esigenze dei bambini e il centro nazionale di tecnologia dell'informazione ne programma i contenuti nel software libero.
Dal 2003 il governo venezolano ha lanciato una serie di iniziative a favore dell’istruzione: la missione Sucre (formazione universitaria per le persone che in precedenza erano escluse a causa del basso reddito), la missione Ribas (per fornire istruzione secondaria a studenti adulti) e la missione Robinson per l'alfabetizzazione di base. Sono state create più di 15 università pubbliche, alcune specialistiche, e nello scorso anno accademico si sono laureati 800mila medici, impegnati sul campo nei 10.000 ambulatori aperti nei vari quartieri.
La relazione dell'UNESCO non prende in considerazione i bambini che sono seguiti dal programma Senifa (National Autonomous Service of Attention to Infants and their Family), un’istituzione governativa che mira a fornire istruzione e assistenza ai bambini di età compresa fra i 0-6 anni, attraverso una Comunità denominata “Simoncitos” che spesso eroga piccole pensioni mensili alle madri per accudire i figli nella loro comunità.
Eduardo Galeano, scrittore e giornalista, nell’ormai celebre articolo sulla demonizzazione di Chavez, così scriveva:
“Hugo Chávez è un demonio. Perché? Perché ha alfabetizzato due milioni di venezuelani che non sapevano né leggere né scrivere pur vivendo in un paese che possiede la ricchezza naturale più importante del mondo che è il petrolio.
Io ho vissuto in quel paese per qualche anno e so molto bene come era. Lo chiamano “Venezuela Saudita” a causa del petrolio. C’erano due milioni di bambini che non potevano andare a scuola perché non avevano i documenti. Poi è arrivato un governo, questo governo diabolico, demoniaco, che fa cose elementari come dire: “I bambini devono essere ammessi a scuola con o senza documenti”.

Nell’Europa dell’austerity, con tagli massicci agli investimenti sociali (in primis sanità, scuola e cultura) e l’aumento delle spese militari, con un copione che lo stesso FMI ha definito recentemente austericidio, l’esperienza venezuelana, con tutte le falle che gli stessi rivoluzionari riconoscono, dovrebbe far riflettere.

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