martedì 26 marzo 2013

Ancora sulla strage di Aleppo e l’uso di armi chimiche da parte dei ribelli




“Più grande la bugia, più la gente la crederà. Sappiamo tutti chi ha pronunciato questa frase – ma funziona ancora. Bashar al-Assad possiede armi chimiche. Egli può usarle contro il suo popolo. Se lo fa, l’Occidente non starà a guardare. Abbiamo già sentito tutte questa cose lo scorso anno – e il regime di Assad più volte ha ribadito che se – avesse armi chimiche, non le userebbe mai contro il suo popolo”. (Robert Fisk – The Independent – 8 dicembre 2012)

Di fronte alla strage del 19 marzo ad Aleppo, i media occidentali hanno riportato il “giallo” sulle responsabilità. Le richieste del presidente Assad e della Russia sono state invece accolte dalll’ONU che ha ritenuto credibile la versione dei fatti fornita da Damasco e ha avviato una Commissione per accertare l’utilizzo di armi chimiche da parte dell’Esercito Libero. 26 morti e 110 feriti per lesioni da scoppio, ustioni e fratture ma anche per problemi respiratori legati all’utilizzo del cloro (CL17). Sarebbe questa la sostanza incriminata, tra le armi chimiche proibite di 2° livello per la tossicità, disciolta in soluzione salina e assemblata sotto forma di razzo, un manufatto lanciato da un’area vicina ad Al-Bab, quartiere controllato dal gruppo jihadista Al-Nusra.
Ad avvalorare la tesi che la responsabilità sia da addebitarsi all’ESL altri aspetti importanti: la morte di componenti dell’esercito lealista e la testimonianza di medici che hanno soccorso i feriti. Damasco ha condotto test su campioni di sangue delle vittime e analizzato detriti rimasti nel terreno già inviati agli esperti dell’Onu. Una fabbrica di cloro si trova a est di Aleppo, area controllata dai ribelli, ma è ancora più improbabile l’uso di un ordigno rudimentale e di bassa tecnologia da parte di un esercito convenzionale. I depositi chimici nelle mani sbagliate? E se il motivo di un nuovo intervento “umanitario” dovesse essere proprio il controllo delle armi chimiche da parte del gruppo Jabhat al-Nusra, considerato organizzazione terroristica dagli USA? Anche The Telegraph - in un articolo dell'8 febbraio - avverte sugli effetti della rivoluzione siriana. In alcune aree di Aleppo, uomini armati si aggirano per le strade di notte in cerca di lealisti del governo, altri sono criminali che cercano di rapire a scopo di estorsione o saccheggiare case. Appare chiaro a tutti che negli ultimi mesi il controllo è di gruppi jihadisti radicali, alcuni nella lista nera statunitense, propensi alla creazione di uno stato islamico intransigente nella Siria laica e multiculturale di Assad. Eppure i media mainstream sembrano confondere le acque. Più grande la bugia, più la gente la crederà.

Nessun commento:

Posta un commento