domenica 21 agosto 2022

non ti ho raccontato

Non ti ho raccontato bene, mentre ti parlavo all'orecchio - quel giorno -, della mia finestra sul mare spalancata sui tuoi occhi sorpresi alla pace.
Ero persa, - quel giorno -, in un fiume diverso, una strada tra i sensi mai indecisa, ma lenta, che assapora ogni volta quel guardarsi e sentirsi, quel sentirsi di quando ti tocchi oltre il corpo e spariscono i giorni, i mesi, i volti del mondo ed io, così dentro, a parlarti all'orecchio di una finestra sul mare e su te.
Puoi trovarci il tempo lento delle mani che ti esplorano ogni volta la prima, il tuo corpo ed il mio, tempo lento e un bicchiere di vino che si staglia e confonde al tramonto di un cielo d'autunno o d'estate, che importa.
Cullerai i tuoi sono stanco improvvisi, per sentirti distante ed in pace, mentre assomigli a un mattino tenace e sottile abbassato sui tetti che bussa vicino o lontano.
Ascolterò mancanze, ti dirò non si vince, si vive profondi ed è un continuo oscillare tra risacche di gioie e dolori.
La mia finestra sul mare ride dei vuoti paura: sono spazi da riempire, di vita, di quando ti guardo e ti chiedo il permesso, tu dici ci sono per questo e sorrido. Ed io raccolgo già vinta il mio sogno, lo elevo domani in un posto di tanti anni fa.
Tu ci sei, ti avvicini, sei inquietudine persa. Io non posso colmarti, posso solo cullarti e adagiare i miei occhi un po' stanchi che riguardano indietro, tempo lento sospeso diffuso, la moviola degli attimi eterni che si pèrdono, e perdòno mi perdoni lo specchio di ogni smarrimento e poi, solo afrore, dietro i vetri di un'estate finita e colmata, primavera ci ha accolto e l'autunno e l'inverno chissà.

Olga Tamburini 





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