lunedì 12 agosto 2013

Siria. Esportazione della democrazia in salsa jihadista tra confische, sequestri, minacce di morte e distruzioni


“Convertitevi o morirete”. E’ accaduto nei giorni scorsi nella città di al-Thawrah, conquistata nel febbraio scorso dal fantomatico esercito libero siriano per il controllo della diga, struttura dove lavoravano in gran parte operai cristiani. Sono stati costretti ad abbandonare le proprie case senza poter portare via i loro beni, confiscati e venduti sul mercato nero per comprare munizioni e armi. I combattenti del fronte al Nusra hanno consentito solo ai dipendendenti sunniti di rimanere, mentre ai cristiani è stata richiesta la conversione all’Islam o la morte. L’Occidente stavolta non resta a guardare. L’Europa in prima fila è responsabile. Sta finanziando il terrore.
Secondo l'ideologia abbracciata da tali forze integraliste, le proprietà e i possedimenti degli "infedeli" devono essere saccheggiati. Non è un peccato. Così come uccidere pubblicamente chi non si converte; testimoni raccontano l’esecuzione di un assiro nel governatorato di al-Hasakah ad aprile. Il numero dei profughi cristiani in fuga dalle aree occupate dai ribelli è in crescita, a stento molti riescono a scappare con pochi vestiti sulle spalle abbandonando i luoghi in cui sono cresciuti. I sopravvissuti raccontano episodi di terrore e di distruzione, non da ultimo la devastazione della chiesa ortodossa dei Santi Sergio e Bacco, da decenni un importante riferimento per la comunità di al-Thawrah, con un ampio cortile e una zona paesaggistica molto frequentata per le passeggiate serali al lago. Chi è fuggito ha raccontato la furia devastatrice dei ribelli, il saccheggio del santuario per rivendere sedie, ventilatori e utensili di vario genere, la profanazione del luogo sacro e la distruzione di bibbie e libri sacri rotti, croci e icone. Il 27 luglio, a mezzanotte, è stato attaccato il villaggio assira di Tel Ormisda. Un cinquantina di ribelli hanno sparato indiscriminatamente ferendo alcune persone. È il terzo attacco al villaggio in due mesi. Accanto alla sistematica operazione di pulizia contro i cristiani, in questi giorni si assiste al sequestro dei civili curdi. Dalla fine di luglio ad oggi sono state prese in ostaggio 250 persone; domenica, nella provincia settentrionale di Aleppo, alcuni civili sequestrati da gruppi di combattenti siriani dell’esercito libero sono stati ceduti ad esponenti di Al Nusra. Dove sono i media? Perché non raccontano le storie di una guerra pilotata, dove la destabilizzazione del paese ad opera dell’Occidente, con tanto ribelli stranieri mercenari, sta mostrando la sua faccia feroce nel nome di un integralismo che attacca le minoranze? E la chiamano liberazione.

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